Abruzzesi e Molisani in Piemonte
Ricordo del Prof. Giorgio Cavallo da parte di Alessandro Negro Ponzi.
Il 21 settembre 2003 dello scorso anno, nel giorno del suo 80° compleanno, è mancato il prof. Giorgio Cavallo. In pensione ormai da diversi anni, egli era rimasto sempre attivissimo, infaticabile nello scrivere riviste scientifiche, articoli e conferenze, a coltivare i mille interessi intellettuali che hanno reso ricca e piena la sua vita, a seguire le vicende della Microbiologia Italiana, e a frequentare l’Istituto da lui fondato dando a tutti noi, suoi allievi, consigli sempre puntuali e preziosi. L’ultima soddisfazione l’ha avuta solo pochi giorni prima di mancare, quando ha saputo che un altro dei suoi allievi, il prof. Piero Cappuccinelli, microbiologo di Sassari, era stato eletto alla prestigiosa Accademia dei Lincei. La sua repentina scomparsa, mentre era ancora in piena attività, ha lasciato in noi tutti un senso incolmabile di vuoto. Il Prof. Giorgio Cavallo è nato a Pescara nel 1923, ed è sempre stato fiero delle sue origini abruzzesi, alle quali faceva risalire alcuni aspetti del suo carattere, in particolare la determinazione e la tenacia con cui si impegnava in tutto ciò che intraprendeva. La sua famiglia non era tuttavia di origine abruzzese: il padre era nato a Modica, nella casa di famiglia situata nella stessa via, ed a pochi
metri di distanza da quella del poeta Salvatore Quasimodo, e come funzionario statale fu trasferito in diverse città, seguito dalla famiglia. Giorgio Cavallo, dopo aver seguito gli studi inferiori in varie sedi, ritornato a Pescara vi frequentò il liceo classico Gabriele d’Annunzio, legandosi sempre più alla sua città natale. Terminato il Liceo si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Napoli, città dove è maturata la sua formazione culturale e scientifica. Di quegli anni il Prof. Cavallo ci ha lasciato un ricordo in una sua opera autobiografica, nella quale descrive con vivide pennellate quel periodo della sua vita: la guerra, gli ultimi anni del regime, l’arrivo degli americani, la vita universitaria vista prima come studente, e dopo la laurea come assistente nell’Istituto di Microbiologia diretto dal Prof. Califano. Sono di quel periodo le frequentazioni della casa del filosofo Benedetto Croce, che era grande amico del suo maestro il prof. Califano, e dove il giovane Cavallo maturò il proprio credo nei grandi principi liberali, ai quali rimase fedele per tutta la vita. Negli anni successivi il Prof. Cavallo alternò la frequenza nell’Istituto di Microbiologia con lunghi periodi di permanenza all’estero dove si è compiuta gran parte della sua formazione scientifica. Degli 11 anni che intercorrono tra la laurea, conseguita nel 1947, e la vincita del concorso a Cattedra, a soli 35 anni, presso l’Università di Sassari, circa la metà li ha trascorsi lavorando in prestigiosi laboratori esteri: in Belgio, presso l’Univesità di Liegi; a Tubinga, presso l’Istituto
Max Planck,; a Marburg, presso l’Istituto Behring; ed infine per due anni negli Stati Uniti presso l’Istituto di Microbiologia della Rutgers University, nel
laboratorio diretto da Heidelberger, il fondatore della moderna immunochimica.
L’attività di ricerca del Prof. Cavallo in quegli anni è stata orientata principalmente su due grandi temi: l’immunità aspecifica, e la fisiologia batterica, ed i risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati sulle principali riviste internazionali, Al termine della sua operosissima vita oltre 470 lavori scientifici testimoniano un impegno intenso e continuo, che non è mai venuto meno, nemmeno dopo la pensione. Ma il Prof. Cavallo non è stato solo un valente ricercatore. E’ stato un formidabile organizzatore, che si è impegnato con tutte le forze per far crescere la sua disciplina. La Microbiologia era allora una disciplina giovane sotto l’aspetto didattico, ed in molte Università era ospitata presso altri Istituti. Quando, dopo l’Università di Sassari, il prof. Cavallo fu chiamato prima a Pisa nel 1961, poi nel 1964 a Torino, si è impegnato a fondare i rispettivi Istituti. A Torino la Microbiologia era ospitata nel vecchio Istituto di Igiene di via Bidone, diretto dal Prof. Cambosu, e lì si installò al suo arrivo il prof. Cavallo; ma poco dopo, all’inizio del 1965, morì il prof. De Gaetani, Direttore dell’Istituto di Patologia Generale, e la Facoltà ne affidò la direzione al prof. Cavallo, che vi si trasferì. In quel periodo il prof. Cavallo combatté una strenua battaglia per la costruzione del nuovo Istituto di Microbiologia. E’ un peccato che non abbia fatto in tempo a raccogliere in un altro volume autobiografico le memorie di quegli anni, e le incredibili traversie che accompagnarono la realizzazione dell’Istituto, dal reperimento dell’area, ai finanziamenti, al fallimento di un paio delle ditte appaltatrici, ed altro ancora. Grazie alla sua instancabile energia tutti gli ostacoli vennero letteralmente travolti e l’Istituto, terminato nel 1968, fu ufficialmente inaugurato nel 1969, in occasione del 15° Congresso Nazionale di Microbiologia.
Negli anni successivi il Prof. Cavallo ha posto le sue energie di organizzatore al servizio di tutta l’Università di Torino, di cui fu Rettore per nove lunghi e difficili anni dal 1975 al 1984.
Sono passati quasi trent’anni dal giorno in cui il prof. Cavallo fu eletto Rettore dell’Università di Torino: molti dei presenti quell’epoca non l’hanno vissuta, almeno non come docenti o professionisti, ed anche chi l’ha vissuta ha dimenticato o rimosso molti ricordi di quegli anni, e deve compiere uno sforzo per rammentarli.
Sono stati anni molto difficili: le vicende giudiziarie del cosiddetto processo dei clinici che sconvolse la Facoltà di Medicina, la contestazione selvaggia degli studenti, il terrorismo delle brigate rosse, l’Università allo sbando, gli impiegati che si sentivano abbandonati. Il prof. Cavallo, agendo con coerenza e con determinazione riuscì a rimettere l’Università in grado di svolgere i propri compiti istituzionali, ridando fiducia a chi l’aveva persa ed assumendo una serie di decisioni coraggiose: ricordo, fra le altre, quella presa contro il parere di molti colleghi, di mantenere aperto nelle ore serali Palazzo Nuovo, dove si erano verificati episodi di violenza. Il prof. Cavallo fece rinforzare la vigilanza e mantenne l’apertura fino alle ore 23, per non cedere al ricatto della violenza e per continuare a consentire lo studio agli studenti lavoratori dei corsi serali. Di quegli anni ricordo l’arrivo del prof. Cavallo in Istituto, dove ha sempre voluto continuare a svolgere tutte le lezioni del suo corso, accompagnato dalla scorta armata che gli era stata assegnata da quando il suo nome era comparso in un elenco di obbiettivi delle “brigate rosse” e di “prima linea”. In due sole occasioni ricordo di aver visto il prof. Cavallo un po’ scosso: una fu la mattina in cui gli dissero che uno degli agenti abitualmente addetti alla sua scorta, e che lui conosceva bene, era stato appena ucciso dalle brigate rosse, e l’altra quando gli riferirono che nel corso di una perquisizione a Palazzo Nuovo erano stati scoperti dei depositi di bombe Molotov, accuratamente nascoste dietro ai caloriferi!
Presentando la propria candidatura il Prof. Cavallo aveva promesso che sarebbe stato il Rettore di tutti, e non solo della Facoltà di Medicina, e questa promessa fu da lui mantenuta con scrupolo. Dal suo impegno a tutto campo l’Università di Torino ebbe molto da guadagnare: in quegli anni fu tra l’altro impostato il piano di sviluppo dell’Università, con il trasferimento delle Facoltà di Agraria e di Economia in nuove e più consone sedi, piano che ha dimostrato tutta la sua validità negli anni successivi.
Le stesse energie profuse per l’Istituto prima, e per l’Università poi, il prof. Cavallo le ha dedicate a molte importanti Istituzioni locali e Nazionali: all’Accademia di Medicina di Torino, di cui fu presidente dal 1971 al 1976; alla Società Italiana di Immunologia ed Immunopatologia, della quale fu Presidente dal 1977 al 1980, ed infine alla nostra Società Italiana di Microbiologia, della quale è stato per molti anni Presidente, e poi, fino alla morte, Presidente Onorario. Sotto la sua direzione la Società è grandemente cresciuta sia come numero di soci che per importanza.
Non posso elencare tutte le Istituzioni di cui è stato membro, perché l’elenco sarebbe troppo lungo, ma devo almeno citare per la loro importanza l’Accademia dei Lincei, di cui fu un membro influente, e l’Accademia delle Scienze di Torino.
Ma il Prof. Cavallo non è stato solo un bravo organizzatore ed amministratore: è stato soprattutto un Maestro nel senso più ampio del termine. Egli ha fondato una Scuola che oggi comprende, tra ordinari ed associati, una ventina di professori, distribuiti in tre sedi universitarie (Torino, Sassari e Novara), ed in 4 differenti Facoltà Medicina, Scienze Farmacia e Agraria). Alcuni sono già allievi di allievi, ma tutti riconoscono in lui l’indiscusso caposcuola. Ma quel che più conta seppe creare nell’Istituto di Microbiologia le condizioni per permettere di lavorare ai tanti giovani che vi entravano, ed in esso sono cresciuti e si sono laureati anche molti medici e biologi che poi hanno seguito strade diverse dalla Microbiologia.
Il prof. Cavallo è stato anche un uomo politico. Candidato in diverse tornate elettorali, ed è stato ripetutamente eletto in Consiglio Comunale, ed è anche stato sul punto di diventare ministro della Ricerca scientifica, nel primo governo Cossiga, sostituito all’ultimo momento, quando era già stato convocato a Roma per il giuramento. Nella carriera politica il prof. Cavallo non ha certamente ottenuto i successi che meritava. Il fatto è che egli non è mai stato un uomo di partito, e tanto meno di corrente: diceva sempre con franchezza quello che pensava, e questo non è certamente utile nella vita politica, ma questo suo atteggiamento gli ha sempre conquistato la stima ed il rispetto di quanti l’hanno conosciuto, amici ed anche avversari.
Il Prof. Cavallo è stato anche attratto da mille altri interessi, dall’amore per la lingua italiana alla filosofia, dalla storia alla pittura, alla scultura, al giornalismo. Appassionato d’arte ha al suo attivo più di cento tra recensioni, presentazioni e saggi critici su mostre di pittura e di scultura. Profondo conoscitore dei classici e della letteratura italiana e francese, era in grado di citarne ampi brani a memoria.
E’ stato un brillante conferenziere, dotato di grande chiarezza espositiva e capace di avvincere l’uditorio anche su temi di non facile comprensione. Ha tenuto molte decine di relazioni e conferenze non solo su temi attinenti alla Microbiologia, ma su un ampio repertorio che spaziava dai temi scientifici a quelli letterari e storici: dalla peste nera a Pasteur, da D’annunzio al confronto tra le culture anglosassone e continentale, dalla storia del Regno delle due Sicilie allo Statuto Albertino. Tra le tante ne ricordo solo una che è rimasta memorabile per il successo ottenuto, quella tenuta nel 2000, al teatro S. Carlo di Napoli, davanti a più di 2000 persone, in occasione dell’inaugurazione del Congresso Nazionale degli Anestesisti, sul tema: “Medici e patrioti nella rivoluzione napoletana del 1799”.
Ma questo lunghissimo elenco non rende ancora giustizia all’uomo. Al pari di tutti gli uomini dalla personalità prorompente e complessa, Giorgio Cavallo aveva un carattere a volte difficile. Facile ad infiammarsi se riteneva di aver subito un torto, o una mancanza di rispetto, era sufficiente chiedergli scusa perché dimenticasse tutto e fosse pronto, come sempre, ad offrire il suo aiuto. Nei rapporti con colleghi ed allievi sosteneva con durezza le proprie convinzioni, ed era aspro, a volte addirittura aggressivo, ma lo era solo a parole: nei fatti era di una generosità talvolta disarmante. Nei tanti anni in cui gli sono stato vicino non lo ho mai visto rifiutare il suo aiuto a chi glielo chiedeva, e non aveva alcuna importanza se la richiesta proveniva da un illustre collega, da un dipendente dell’Università, o da un giovane studente mai conosciuto prima: il prof. Cavallo si comportava con tutti nella stessa maniera, sempre al massimo delle sue possibilità. Nelle rare occasioni in cui non poteva dare il proprio aiuto, lo diceva sempre apertamente, senza ricorrere a quelle scappatoie o mezze verità che nel nostro mondo sono considerate spesso necessarie.
Esigente con gli altri, lo era di più con se stesso, e soprattutto era sempre pronto a lottare per quella Università nella quale fermamente credeva.
Voglio ricordare due episodi che possono aiutare a comprenderne il carattere.
Nel 1971 é stato uno tra i primi tra i professori di Microbiologia, e non solo di Microbiologia, a sdoppiare la propria cattedra per bandire un concorso che fu vinto dal Prof. Ferdinando Dianzani, che divenne il secondo cattedratico di Torino, prima di essere chiamato sulla cattedra di Virologia di Roma. In questa sua scelta precedette di molti anni i colleghi, generalmente molto gelosi dell’unicità del proprio ruolo.
Eletto Rettore alla fine del 1975 non volle mantenere anche la Direzione dell’Istituto di Microbiologia, rinunciandovi a favore dei suoi allievi. A mia conoscenza è stato l’unico Rettore Italiano che in quell’epoca abbia rinunciato a conservare anche la Direzione del proprio Istituto.
Entrambi questi episodi riflettono la generosità del Prof. Cavallo, ma anche la sua serena consapevolezza del proprio prestigio, che non aveva bisogno alcun tipo di puntello formale.
La modestia è una virtù degli uomini veramente grandi. Al termine di una vita così piena e ricca di successi, vita che avrebbe fatto giustamente inorgoglire chiunque potesse vantare anche solo una frazione di quanto da lui realizzato, egli non se ne è mai vantato.
Faceva parte del suo carattere considerare ogni risultato ottenuto non un punto di arrivo, ma la base di partenza per nuove sfide intellettuali, sempre più
difficili ed interessanti. A me piace ricordare il prof. Cavallo come un erede ideale di quegli uomini che hanno fatto grande il nostro Rinascimento: spiriti inquieti, insaziabilmente curiosi di scienza, di arte, e di tutte le manifestazioni dell’intelligenza umana, mai soddisfatti di quanto realizzato e sempre tesi a fare di più e di meglio, poco portati alla vita contemplativa, ma estroversi e realizzatori, capaci di lasciare dietro di sé, con le loro opere ed il loro esempio, un segno del loro passaggio su questa terra.
Così io ricordo il mio Maestro, il prof Giorgio Cavallo, e sono lieto di condividere con voi questo ricordo.
Alessandro Negro Ponzi